TURIN GATE 04: Ciak! si gira. Il cinema entra prepotentemente nel mondo della pittura: e ci mostra, in una visita attraverso personaggi e scenografie su cellluloide (divi del cinema, supereroi importati dai fumetti, donne-icone dell’immaginario collettivo), le contaminazioni della settima arte.
Il viaggio all’interno della realtà cinematografica, tra le suggestioni che le immagini evocano (che rappresentano un mondo “altro”, con un linguaggio “altro” di cui è espressione il segno pittorico), indaga con quali esiti gli artisti, appartenenti a storie professionali e correnti di differente matrice, sono stati contagiati dalla passione per la cinematografia e per le tecniche di riproduzione digitale e fotografica. Dominano la Pop art e la Mec art, correnti che meglio di altre indagano l’evolversi dei rapporti tra la sperimentazione artistica e l’elaborazione del linguaggio dei media, negli anni di maggior affermazione della società dell’immagine e dello spettacolo. La pittura diventa arte totalmente visiva, supportata dalle nuove tecniche di comunicazione, ma mantenendo l’autonomia del tratto pittorico, con risultati decisamente riusciti e per la carica innovativa e per il potere evocativo. I personaggi protagonisti delle opere in mostra ci rimandano a mondi idealizzati, ad atmosfere sognanti, a modelli oggetto del desiderio: sembrano comunicarci che un mondo “altro” è possibile, reale.
Apre la rassegna Night and day di Janusz Haka, in cui due splendidi soggetti femminili fortemente caratterizzati dall’intervento di colore a mano sulla tela, in inquadrature di taglio che rimandano al set cinematografico, sembrano sirene evocatrici di paradisi lontani. In due serigrafie decollage, La dolce vita e Elvis, Mimmo Rotella rappresenta l’emblema dell’ iconografia collettiva sui miti del cinema e dello spettacolo. Claudio Massucco, ritrattista di notevole capacità, rappresenta in David Bowie tutta la carica eclettica e spettacolare del Duca bianco; Luisa Raffaelli con un intervento di “fotopittura” (tecnica da lei stessa inventata) in Lividi 2 rappresenta un fermo immagine su una donna a tratti smarrita ma autonoma e libera, come ci sembrano suggerire la posa e lo sfondo. Theo Gallino in un esemplare della serie “Fumetto protetto” sembra voler preservare dagli effetti del tempo la freschezza e l’ilarità giovanile propria del fumetto.
L’esposizione continua con l’oggetto simbolo della cinematografia, il contenitore per le pellicole cinematografiche, la cosiddetta Pizza di Antonio Carena, e prosegue con un’opera del grande Luigi Veronesi, Composizione, più che mai espressione dell’esperienza pluriennale del pittore nella filmografia sul colore. In Si vive solo due volte e Multi schermo di Duilio Gambino, James Bond, e in particolare l’interpretazione che ne diede Sean Connery, è il soggetto pressochè unico e incontrastato delle tele, sviscerato non solo da un punto di vista formale ma anche da quello psicologico.
Ritorna la grande Anna Comba, che in Fratelli Marx ricorda l’omonimo cinema in corso Belgio a Torino, in una sorta di interposizione tra contenuto e contenitore, mentre in Bolero film rimanda chiaramente alla realtà cinematografica. Pietro Paolo Cotza in Hansel e Gretel ci riporta in un mondo segreto e fiabesco, così come Nespolo, nell’opera L’uomo nero risveglia le paure ancestrali dei bimbi; La mole è invece una sorta di tributo al colore e al Museo Nazionale del Cinema. Il ciclo “Irma la dolce” di Adriana Rigonat rappresenta donne di malaffare in attesa di un rinnovamento, sfiduciate e sole; in una rassegna dedicata al cinema non poteva mancare Luigi Togliatto Amateis, illustratore cinematografico di notevole livello e pittore capace, che nelle sue formelle per il libro Carne Anima e Briganti scritto a quattro mani con Giovanni Arpino, riduce le inquadrature a dei “frame” sulla vita sociale chiosati dalle massime in latino.
Gianni Bertini con “Splack!” ci riporta al mondo dei fumetti e dei cartoni animati, per tutti familiare e piacevole. Bisha parte dal modello della Scuola di Atene di Raffaello per approdare ad una scenografia moderna, con posizioni e ruoli dei personaggi che rimandano al teatro, sullo sfondo una New York vivace, colorata e dinamica simbolo delle opportunità: ed è proprio al teatro-cinema Empire a Londra che ci accompagna la giovane Yasmine Dainelli in Untitled– London.
L’esposizione si chiude con la poesia visiva del grande Lamberto Pignotti, il Rimbaud contemporaneo, visionario e futurista, che in Forse Fuori Luogo esprime chiaramente il richiamo all’ inquadratura, alle luci, allo sfondo caratterizzanti dell’ arte cinematografica. Enore Zaffiri, maestro dell’ arte digitale e musicista, tradisce le sue origini di musicista, e sembra in Pittura elettronica voler sottolineare che un universo digitale esiste realmente ed è quasi tangibile: e ancora una volta si rileva l’importanza della madre di tutte le arti, simbolo del terzo millennio: la comunicazione.
RETROSPETTIVA SULL’ARTE MODERNA:
UN “PASSAGE”
SULLE ATTUALI ESPOSIZIONI A TORINOTURIN GATE 04
CINEMA E PITTURA — CONTAMINAZIONI
15 aprile – 10 giugno 2016
HOTEL DOCK MILANO – VIA CERNAIA 46 – TORINO