La Min­ima è uno spazio d’arte non con­ven­zionale. In mostra appaiono artisti noti accanto ad altri meno noti: ogni due mesi circa si cam­bia espo­sizione, ci si strut­tura sulle grandi mostre della città, come un doveroso trib­uto a Torino e all’arte, agli artisti che ci ren­dono la vita più piacev­ole. La collezione in espo­sizione è dinam­ica per­ché si arric­chisce di acqui­sizioni sem­pre nuove: prestiti di pri­vati che vedono con piacere le pro­prie opere esposte, alcune anche in ven­dita, altre solo in espo­sizione. Per questa forma di con­di­vi­sione, «art­work shar­ing», abbi­amo scelto un canale di comu­ni­cazione imme­di­ato, cul­tural­mente aperto, a largo spet­tro e che parla un lin­guag­gio uni­ver­sale: l’hotel, che da sem­pre rap­p­re­senta il rifu­gio ospi­tale con cui la città si pre­senta ai tur­isti. Quale luogo più adatto per dif­fondere il mes­sag­gio che “un’opera d’arte esiste solo se qual­cuno la guarda” (cit.)?
A voi, buona visione.